Archeologia di Fratte
di Maria Grazia Barone
L’antico insediamento di Fratte è ubicato su una bassa collina alla periferia settentrionale della città di Salerno. L’area è parte di un più vasto insediamento posto in posizione dominante nel punto di confluenza del fiume Irno con i torrenti Pastorano e Grancano e assume, fin dall’antichità nella Valle dell’Irno, un ruolo strategico di controllo delle vie naturali e di collegamento tra greci, etruschi e genti indigene che abitavano il golfo di Poseidonia, a sud, e le aree del Sarno e del Volturno, a nord.
I primi rinvenimenti risalgono all’inizio dell’Ottocento. Nel 1927 cominciarono le campagne di scavo sistematiche. Nel 1985 una sinergia tra le Amministrazioni locali e l’Università di Salerno segna l’inizio di un’intensa fase di ricerca che ha portato ad una migliore comprensione delle vicende occupazionali del sito, le cui fasi di vita sono comprese tra la prima metà del VI e la metà del III sec. a.C.
Alla prima fase, caratterizzata dalla presenza etrusca, risale un grande complesso corrispondente ad una residenza aristocratica funzionale ad attività politiche e religiose, finalizzata, probabilmente all’organizzazione di attività collettive. Accanto alle strutture abitative, ve ne sono alcune, tra cui pozzi e fornaci, legate ad attività artigianali. Il pianoro più elevato della collina è occupato da un nucleo di strutture a destinazione sacra, tra cui un pozzo collocato nell’area libera antistante il complesso, che ha restituito materiale che conferma la natura cultuale dell’area e attesta l’importanza centrale di Eracle.
Nella fase sannitica (metà IV sec. a.C.) il versante occidentale fu occupato da un nucleo di tombe a cassa e a camera costruite con blocchi provenienti da edifici più antichi e riconducibili, in base agli oggetti di corredi rivenuti al loro interno, ad individui sia di sesso maschile sia di sesso femminile.
Gran parte dei reperti rinvenuti durante gli scavi sono attualmente conservati ed esposti al primo piano del Museo Archeologico Provinciale di Salerno e provengono principalmente dall’abitato e dalle necropoli. La documentazione dell’abitato, tra il VI e il IV sec. a.C., consiste in numerose terrecotte architettoniche figurate, tra cui antefisse, acroteri, sime, materiale lapideo e terrecotte votive pertinenti all’area santuariale. Tra le terrecotte arcaiche, di particolare interesse è l’antefissa “a maschera” raffigurante il volto di Acheloo, divinità fluviale.

Nel biennio 2022-2024 nell’ambito del Progetto IRNA CITTÀ OSPITALE il luogo è stato al centro delle attenzioni della Soprintendenza in collaborazione con il CENTRO TURISTICO GIOVANILE di Salerno sia nelle Giornate Europee del Patrimonio che per la ricerca-azione avviata con le scuole e sono stati prodotti materiali descrittivi del luogo adatti anche ai più piccoli per far conoscere la valenza del luogo fin dalle scuole elementari. Tra le terrecotte, invece, del IV sec. a.C. una menzione speciale merita un acroterio laterale a protome di cinghiale, con il canale di scolo all’interno del muso. Una sezione a parte espone i corredi della necropoli di Fratte. Le tombe di VI e V sec. a.C., scavate sistematicamente nella zona a nord della cosiddetta “Acropoli” a partire dal 1927, presentano corredi molto ricchi, nei quali spiccano numerosi vasi greci figurati di eccezionale qualità artistica. Altri pezzi di corredo sono in bucchero pesante e in bronzo; non mancano gli oggetti di ornamento come le ambre, le fibule, pendagli in bronzo, orecchini ed anelli. Molti reperti ceramici sono caratterizzati dalla presenza di iscrizioni graffite che spesso designano il vaso e il suo possessore. Pochi sono i corredi delle tombe di IV e III sec. a.C. scavate alla fine degli anni Cinquanta nella porzione orientale dell’area archeologica di Fratte: i corredi maschili sono contrassegnati dalla presenza di armi e di cinturoni in bronzo, quelli femminili da vasi tipici come la lekane, un recipiente per unguenti e profumi, e il lebes gamikos, ovvero il vaso donato in occasione delle nozze.
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